Diga di Campolattaro. Busia: “Vigilanza collaborativa di Anac, strumento per fare in fretta e fare bene”
Inaugurati stamane i lavori della diga di Campolattaro, in Campania, struttura atta a garantire l’utilizzo idropotabile e irriguo delle acque di uno dei principali invasi del Centro Sud, facendo fronte al fabbisogno idrico di oltre 2,5 milioni di abitanti della Campania, e consentendo, al contempo, l’irrigazione di circa 15.000 ettari della provincia di Benevento.
L’opera ha visto protagonista Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, attraverso la vigilanza collaborativa richiesta dal Commissario straordinario del governo l’8 giugno 2023.
“La vigilanza collaborativa dimostra anche in questo caso di essere uno strumento fondamentale per garantire insieme di fare in fretta e fare bene”, afferma il Presidente di Anac, Giuseppe Busìa. “Anac fornisce pareri in pochi giorni; la stazione appaltante viene affiancata nella predisposizione dei principali atti, col risultato di applicare correttamente le regole e evitare il contenzioso, infatti assente anche in questa procedura particolarmente complessa”.
“Si è creata una sinergia piena e proficua con il Commissario, la Regione, il Ministero e tutti i soggetti coinvolti – aggiunge Busìa -, dando un esempio di come la cooperazione interistituzionale a tutti i livelli sia lo strumento più efficace per raggiungere gli obiettivi – in questo caso anche per rispettare i tempi del Pnrr – ed al tempo stesso per assicurare uno scambio di competenze da utilizzare anche in futuro per realizzare altre opere e investimenti al servizio della collettività”.
“La Diga di Campolattaro è e deve diventare, anche al di là della sua fondamentale importanza per le Regioni ed i territori coinvolti e per la vita dei cittadini che vi abitano e lavorano, un laboratorio di buone pratiche, di corretta gestione dei soldi pubblici, di innovazione e sviluppo, in grado di dare i suoi frutti anche oltre la sua realizzazione ed il suo utilizzo, lasciando una eredità di capacità amministrativa e di conoscenze come patrimonio stabile dei territori interessati e di tutto il Paese”.
Roma, 10 settembre 2025