L’OSSERVATORIO INNOVAZIONE DI MOTORE SANITÀ PRESENTA: PNRR, IMPIEGO DELLE RISORSE. – Giovedì 4 maggio 2023.

L’OSSERVATORIO INNOVAZIONE DI MOTORE SANITÀ PRESENTA: PNRR, IMPIEGO DELLE RISORSE. – Giovedì 4 maggio 2023.

L’OSSERVATORIO INNOVAZIONE DI MOTORE SANITÀ PRESENTA: PNRR, IMPIEGO DELLE RISORSE

Giovedì 4 maggio 2023

Ore 09:30 – 13:30

L’immagine del Pnrr, vista dal lato cruciale della spesa effettiva – come disegnata dalla Corte dei conti nelle 386 pagine della relazione semestrale al Parlamento – mostra un quadro preoccupante. Infatti il Tasso di realizzazione è fermo al 12% delle risorse messe a disposizione da qui al 2026. In base ai dati emersi dal sistema ReGis (il cervellone telematico della Ragioneria generale dello Stato che censisce in tempo reale tutte le articolazioni del Piano), la Corte dei Conti calcola in 20,441 miliardi la spesa effettiva realizzata a fine 2022 e con un aggiornamento al 13 marzo il conteggio sale a 23 miliardi, legati a 107 (105 investimenti e 2 riforme) delle 285 misure elencate dal Pnrr.

Nella Missione 6, dedicata alla Salute, la spesa è praticamente assente (79 milioni su 15.626, quindi lo 0,5%), nella Missione 5 (Inclusione e coesione ) si arriva a 239 milioni (l’1,2% dei 19,851 miliardi di budget) mentre su Istruzione e ricerca (Missione 4) si attesta al 4,1% (1,273 miliardi spesi su 30,876). La Corte sottolinea nella relazione che «oltre la metà delle misure interessate dai flussi mostra ritardi o è ancora in una fase sostanzialmente iniziale dei progetti». 

I NODI DA SCIOGLIERE

Per raggiungere gli obiettivi il programma prevede ora un’impennata della spesa, dai 20,44 miliardi dei primi tre anni ai 40,908 di quest’anno sino ai 46-48 miliardi annui del 2024-25. Un’accelerazione a cui non sembra credere però nemmeno il Governo vista la dichiarazione ultima di incapacità di spesa per 100 miliardi e l’avvio del negoziato con la UE per una revisione sostanziale del piano.

A questo si aggiungano i problemi delle risorse per la costruzione degli ospedali di Comunità aggravati dall’aumento dei costi in edilizia e i nodi delle Case di Comunità in cui i MMG dichiarano sostanzialmente di non volerci andare così come stabilito dal DM77 (non firmato dalla Conferenza Stato/Regioni).